Tre cose che puoi imparare da Leonardo, Raffaello e Michelangelo

Tre cose che puoi imparare da Leonardo, Raffaello e Michelangelo

In quei momenti in cui vorrei tanto, taaanto che le soluzioni facili e veloci fossero utili ed efficaci, c’è una cosa che mi aiuta a riprendermi:

ascoltare musica deprimente languendo sul divano abbracciata a uno dei felini

ricordarmi di chi si è trovato nella stessa situazione e ne è uscito poi con risultati eccellenti.

 

Ci sono passati anche Michelangelo, Leonardo e Raffaello

E non solo, tutti i grandi artisti.

Il tempo impiegato, la pratica, gli esperimenti, i passi falsi, dover disfare e rifare da capo…sono tutte cose che ognuno di loro ha vissuto più e più volte, per poter arrivare ai risultati e alle opere che ben conosciamo.

Siamo abituati a guardarle in così poco tempo che spesso dimentichiamo cosa c’è dietro a ognuna di esse, quanta fatica e quanti alti e bassi.

Ma non solo, se vogliamo prendere qualche spunto in più, ecco quale lezione possiamo imparare da ognuno dei tre big del Rinascimento:


Leonardo

Prendiamo Leonardo: ha ricercato e sperimentato confrontandosi continuamente con le tecniche e l’esperienza del passato e se è vero che a volte ne è andata della sopravvivenza delle sue opere (come nel caso della Battaglia di Anghiari), è anche vero che è alla sua curiosità e alla sua immaginazione che dobbiamo la sua arte, le sue ingegnose soluzioni e tutte le “domande” che ci ha lasciato.

    • Non avere paura di pensare out of the box, di rischiare, di mescolare tradizione e novità, di guardare avanti. Anche se non dovesse andare come pensi, alla fine ti porterai a casa idee e spunti inaspettati.


Raffaello

Raffaello è quello che ha mantenuto la mente elastica e gli occhi aperti e ha saputo cogliere le novità degli altri ed elaborarle nel suo stile, arricchendolo di volta in volta. Pur essendo figlio d’arte, non si è limitato a esercitarsi e a migliorare nella tecnica, senza staccarsi dalla consuetudine, ma ha continuato a mettersi in discussione ogni volta che ha colto una lezione, un insegnamento dagli altri.

    • Prendi spunto, osserva, ascolta: non pensare di sapere già tutto e mantieni la mente aperta. Rielaborare spunti ed esempi altrui, non significa perdere il tuo modo di fare le cose, ma arricchirlo.


Michelangelo

Michelangelo si è spesso trovato a dover gestire situazioni e compiti non solo imposti ( gli artisti lavoravano su commissione e quindi va da sé che ci fossero parecchi vincoli), ma che addirittura gli risultavano estranei. Un esempio? Proprio una cosuccia? La volta della Cappella Sistina.
Lui era e si considerava principalmente uno scultore e un compito così grande e impegnativo, in quella che non era la sua specialità, inizialmente lo ha messo parecchio in crisi. Un vero e proprio caso di sindrome dell’impostore ( e Michelangelo non era esattamente modesto…).
Poi sappiamo bene com’è andata a finire, con uno dei capolavori assoluti della pittura, e meno male che non era il suo cavallo di battaglia!

    • Quindi non solo non è detto che da un progetto o situazione che non senti tua, non possa uscire un risultato più che soddisfacente ma… tutte le volte che ti assale la sindrome dell’impostore, sventolale in faccia un’immagine della Sistina!

 

Ecco, ricordati che nei momenti in cui ti sembra di non riuscire a trovare una soluzione, ti sembra di provare incessantemente senza risultati, ogni volta che ti trovi sul divano abbracciato al gatto o al cane, ricordati che su quel divano una puntata ce l’hanno fatta tutti. Anche i grandi.

Fai una pausa, respira e ricomincia.

Trinky

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