Organizzazione e pregiudizio

Organizzazione e pregiudizio

È inevitabile che organizzazione e pregiudizio cozzino tra loro, impedendoti di riconoscere la soluzione che può finalmente risolvere un problema.
Come per ogni altra cosa, avere delle idee preconcette in cui voler incastrare le cose nuove, è un po’ come voler infilare a forza una forma sferica nel buco pensato per una stella.
E capita più spesso di quanto non immagini!

Mi è capitato di pensare a questo rapporto tra organizzazione e pregiudizio qualche settimana fa, mentre mi trovavo ad interagire con una di quelle persone che affrontano la vita pensando di sapere tutto delle persone che hanno davanti, di avere già l’idea esatta di cose e situazioni e che quindi, per quanto tu possa fare o dire, tutto quello che tu dirai a loro o che loro vedranno, verrà incastrato a forza in quello schema predefinito.
Interazioni che arricchiscono di giuoia e diletto le giuornate… ma non è su questo che voglio soffermarmi, quanto sul fatto che è lo stesso tipo di pregiudizio a scoraggiare o far fallire molti dei tuoi tentativi di organizzazione.

1. Il pregiudizio che limita la tua organizzazione

Quando ci approcciamo a un nuovo sistema di organizzazione, possiamo avere idee preconcette su come dovrebbe funzionare, basate su esperienze passate o su quello che abbiamo visto fare ad altri.
Magari pensi che per essere produttivo dovresti seguire alla lettera un metodo specifico o ripetere ciò che fanno le persone di successo o chiunque senta la necessità di mostrare al mondo la propria to do list (praticamente chiunque, oggigiorno).
Questo approccio, però, può limitarti fortemente.
Il pregiudizio alla fine ti fa credere di conoscere già quello che ti viene proposto e ti impedisce di capire davvero di cosa si tratti.
Proprio come qualcuno che giudica una situazione sulla base di schemi mentali fissi, rischi di applicare tecniche organizzative senza la flessibilità necessaria o di respingerle completamente, perché sai già che per te non vanno bene.
Il risultato? Frustrazione come se piovesse e la convinzione che l’organizzazione non faccia per te o, molto peggio, che non ci sia una soluzione per te e che ti ci debba rassegnare.

2. Non tutto è come pensi che debba essere

Uno dei pregiudizi più comuni è pensare che l’organizzazione debba per forza seguire uno schema preciso, magari complesso o limitante. Spesso si tende a credere che essere organizzati significhi avere ogni cosa pianificata al minuto, con liste infinite di obiettivi giornalieri.
Ma l’organizzazione non è un modello rigido, e non tutti gli approcci funzionano per tutti.
Insistere nel voler incastrare la propria vita in un modello preconfezionato è come cercare di adattare una forma sferica a uno spazio a forma di stella.
Lo ripeterò sempre, fino alla noia: l’organizzazione funziona davvero solo quando è personalizzata!
Ogni metodo, in ogni suo aspetto, va adattato, personalizzato al 100% per avere successo.
Non devi sentirti in colpa se il metodo che hai provato non ha funzionato, non c’è niente di sbagliato in te. Cerca però di essere aperto a nuove soluzioni e a modificarle secondo le tue necessità!

3. Pazienza, attenzione e curiosità

Per migliorare la propria organizzazione, è essenziale lasciarsi alle spalle i vecchi schemi; a volte però, la resistenza al cambiamento nasce dal timore di fallire o dall’incapacità di riconoscere che quello che stiamo facendo non funziona più.
Ci diciamo che abbiamo sempre fatto così, ma questo blocco mentale ci impedisce di sperimentare nuovi approcci che potrebbero semplificarci la vita.
Per creare nuove abitudini di organizzazione, è fondamentale essere disposti a provare e adattare. Non si tratta di applicare in modo passivo un metodo, ma di renderlo tuo, tarandolo sulla tua realtà quotidiana e testandolo. Ogni nuovo tentativo è un’opportunità per capire meglio ciò che ti serve davvero e come puoi fare spazio a una routine più leggera e funzionale.
Devi però avere pazienza e ricordare che soluzioni magiche veloci e senza fatica, non esistono. Sarebbe bello, siamo tutti d’accordo. Ma non esistono.

L’organizzazione non è qualcosa di rigido e universale, non è un dogma, non dev’essere di moda.
È un processo che per funzionare e quindi essere utile deve essere disegnato sulle tue esigenze personali, punto.
Il resto non ci interessa. Non ci interessa quello che fa la mamma, tua zia o il cognato del tuo collega, o meglio: tutto può essere uno spunto dal quale partire e da considerare in modo critico.
Armati di pazienza e di curiosità e affronta l’organizzazione come un viaggio che ti farà imparare un sacco di cose su di te e se non sai da dove partire, contattami e sarò felice di aiutarti

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