L’organizzazione ti mette ansia? C’è qualcosa che non va.

L’organizzazione ti mette ansia? C’è qualcosa che non va.

Se l’idea di organizzarti ti mette ansia c’è un problema, ma il problema non è tuo.
È un problema del metodo che stai seguendo o che pensi di dover seguire o molto probabilmente dell’idea che ti sei fatto o che ti hanno messo in testa su come dovrebbe essere la tua scrivania o quante cose dovresti fare per poter dire ho avuto una giornata produttiva, ecc.


Ma è davvero questa l’organizzazione?

È un momento in cui siamo circondati da spunti e consigli su come fare a fare qualunque cosa e di condivisioni del come lo fanno gli altri: sui social, io parlo soprattutto per Instagram, sembra che si faccia a gara per mostrare la scrivania più ordinata, la to do list più lunga, il calendario più fitto di impegni.
Ma è davvero questa l’organizzazione?
Davvero è necessario che tu riempia o addirittura giustifichi ogni minuto del tuo tempo con un’attività, neanche fossi uno squalo che non può fermarsi se no muore?

Mi viene in mente la protagonista de La regina della casa della Kinsella:

Non sono ossessionata dall’orologio.
Ma ovviamente dipendo da lui. Succederebbe anche voi, se il vostro tempo fosse scandito da segmenti di sei minuti.
Ogni sei minuti della mia vita lavorativa si suppone che io fatturi a un cliente. Tutto va su un foglio di presenza computerizzato in addebiti separati.
11.00-11.06 Stesura bozza contratto per Progetto A
11.06-11.12 Correzione documentazione per Cliente B
11.12-11.18 Consulenza per Accordo C

Quando ho cominciato a lavorare alla Carter Spink mi spaventava un po’ l’idea di dover annotare tutto quello che facevo ogni minuto della giornata “E se non faccio niente per sei minuti” pensavo. “Cosa devo scriverci?”

No, questa non è organizzazione.
Sì, è normale che ti venga l’ansia solo a leggere.


L’organizzazione l’è n’altra roba

L’organizzazione è:

avere la consapevolezza delle cose che devi fare, precisa e concreta, non vaga;
avere un’idea realistica del tempo che hai a disposizione, la tua giornata non è un copripiumino da riempire a forza;
avere un workflow che ti permetta di portare avanti i tuoi progetti un passo alla volta, senza che tu debba più chiederti: “E adesso cosa devo fare?”

Ma per funzionare tutti questi elementi devono essere disegnati su di te.

E quanto è probabile che le persone che sventolano la loro to do list a destra e a manca abbiano la tua stessa giornata, le tue stesse risorse, le stesse cose da fare, le tue stesse caratteristiche?


Di workflow e di bradipi

Permettimi di farti un esempio molto personale: io sono un bradipo a scrivere.
Anche adesso che sto scrivendo questo post, con tutto che mi infervoro e mi appassiono, sempre bradipa resto.
Che a Tizia e Caio bastino due ore il martedì mattina per fare i contenuti per un semestre a me non serve a niente saperlo, anzi! Il rischio è che io ne resti solamente frustrata.
Ha senso che io mi metta in testa di adottare un workflow che non tenga conto della mia bradipità? No.
Io devo costruire il workflow attorno alle mie caratteristiche e tenendole quindi ben presenti.
Poi sicuramente posso fare pratica, accelerare il processo di scrittura, trovare qualche spunto interessante che mi aiuti a migliorare ma in questo momento io ho bisogno di trovare il modo per fare le cose che devo fare io nel modo in cui riesce a me di farle.
La stessa cosa vale per te, puoi cogliere spunti e sperimentare metodi che vedi in giro, ma non funzioneranno mai se non terranno conto anche delle tue caratteristiche oltre che delle esigenze.


Quindi?

Quindi lascia stare Tizia e Caio e la loro produttività da record (ammesso poi che risponda a verità) e se vuoi sperimentare con serenità fallo pure, ma tieni a mente che gli elementi della vera organizzazione sono i tre sopracitati e che l’organizzazione per essere efficace deve tenere conto anche delle tue caratteristiche oltre che delle tue esigenze.

Se hai bisogno di aiuto per capire quali sono queste caratteristiche e come costruirci attorno la tua organizzazione, contattami!

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